domenica 20 ottobre 2013

Un passato che non torna


E' tanto che non posto, lo so. Tranquilli! Va tutto bene, Leo cresce benissimo e noi lavoriamo alle solite cose. Il pupo è bravo, ormai corre e fà le sue marachelle... AIUTO!!!

La torta che ho fatto la settimana scorsa ha un sapore particolare, non di gusto, ma esteticamente parlando e anche per il significato. L'ho fatta per il compleanno dei miei cognati che, seppur a distanza di un mese l'uno dall'altro, hanno l'abitudine di festeggiarli insieme. Volevo fare una torta diversa: niente pdz, niente frutta, no torte moderne cremose (che io adoro :Q_____)... gelée... robe strane... no!
Parlavo di sapore, uno antico, quello delle nonne. Fatto di cioccolato, panna, uova, burro, di cose fatte in casa. In quesi giorni è mancata la nonna di un mio amico. A dir la verità, non la conoscevo, non so neanche il suo nome, ma questo mi ha fatto ricordare le mie. Ogni nonna è speciale, ogni nonna ha qualcosa più delle altre, qualcosa da insegnare. Sono sempre disponibili, sanno tutto, ma non sanno niente. Sono sempre cariche, mettono forza in ogni cosa, hanno la volontà di andare avanti nonostante le difficoltà. Sono le mamme buone, quelle che non dicono mai di no. Quando ti lascia, sembra che ti manchi davvero una mamma.
Ogni cosa ci ricorda lei, i suoi sorrisi, le sue parole, i suoi capelli bianchi, le mani tremanti, piene di macchie e artritiche. I lavori a maglia, il suo posto nel letto, la  poltrona con il suo cuscino per tenere le spalle dritte. E poi c'è quella foto di quando eri bimbo/a in cui aveva meno rughe, meno capelli bianchi, ma lo stesso sorriso. I ricordi più vivi sono quelli in cucina. Era sempre lì, pronta a preparare qualcosa anche a mezzanotte. Tutto ciò che faceva aveva un gusto diverso... di casalingo, che non trovi più. 
La mia nonna faceva le torte speciali. O meglio, non c'era niente di speciale perché gli ingredienti erano quelli semplici (uova, burro, latte e farina), ma sapevano di buono.

Ho deciso perciò di fare una torta come le sue: pds al cioccolato, crema al mascarpone e copertura di panna con codette al cioccolato.

Le foto non sono molto belle, ma vi assicuro che era molto buona. La scritta e la decorazione in cima sono fatte con cioccolato temperato. Ebbene sì, mi sono cimentata in questa cosa nuova, grazie al Maestro Gianluca Aresu, e mi è riuscita abbastanza bene.

Il gusto era quello di una volta.

venerdì 29 marzo 2013

Non è Pasqua senza pastiera

Negli ultimi anni abbiamo imparato a vivere di convenzioni: grigliata di Ferragosto, scampagnata di Pasquetta, pranzo in famiglia a Natale, Capodanno con gli amici e dolci a Pasqua. E' vero, anche a Natale ci sono molti dolci, ma la Pasqua è diversa. A dicembre siamo presi dalla corsa al regalo (anche se la crisi ci ha fatto rallentare un po'), decisioni per cenoni e pranzi vari, tante spese, auguri a destra e manca, è tutto un correre di qui e di là fino alla Befana. E poi, mangiate, mangiate e mangiate una dietro l'altra... il fisico non ce la fa.
Pasqua è molto più tranquilla: si festeggia un giorno solo, non bisogna fare regali, le uova sono già belle pronte, il pranzo della domenica non è così impegnativo e anche il tempo aiuta a stare meglio (non per quest'anno, viste le pioggie). Il momento migliore di questa festa è il giovedì Santo, quando le donne si riuniscono per fare i dolci della tradizione. Si chiacchiera, ci si confida, si ride e a volte si litiga (può starci). 
Questo è sempre successo anche nella mia famiglia. Ricordo le pastiere, i piccilli e i panettoni che mi sono passati davanti nei vari anni. La Maestra pasticcera è sempre stata mia nonna e noi cugine l'abbiamo aiutata finché abbiamo potuto. Il panettone non è il classico natalizio, ma quello che di solito viene chiamato ciambellone e sopra la mia nonna metteva una glassa di zucchero con diavoletti e confettini colorati più ovetti. Per fare colazione la mattina della festa era buonissimo e così soffice. Non parliamo poi del piccillo! E' la pasta brioche a forma di cerchio con uova di gallina appoggiate sopra e cotta in forno (anche questa a colazione...). 
La regina della Pasqua è sempre la pastiera. Senza di lei, non è festa. Sono sposata da 8 anni e non l'ho mai fatta in casa (non ce n'è mai stata l'esigenza). Quest'anno non andremo a Battipaglia e non saliranno i miei, perciò c'era il rischio che non avrei mangiato questo dolce meraviglioso. Se devo essere sincera, non sono un'amante, ma non è Pasqua senza pastiera.






Veniamo alla ricetta. Purtroppo, quella di mia nonna è morta con lei, quindi ho cercato nel web. La ricetta di GialloZafferano mi sembrava la migliore. 

Per il ripieno:
250 g grano cotto;
2 uova intere + 2 tuorli;
350 g ricotta di pecora o mucca;
350 g zucchero;
200 g latte;
30 g burro;
 buccia di limone grattugiato;
cannella;
acqua di fiori d'arancio;
vaniglia;
canditi (io non li ho messi).
 
Per la frolla:
250 g farina;
125 g burro;
100 g zucchero; 
1 uovo intero + 1 tuorlo.
 
Prima di dare la ricetta bisogna fare alcune precisazioni. Ogni famiglia ha la sua ricetta e la cucina va sempre un po' a gusti, perciò la ricetta della pastiera è sempre un po' personale. Prima ho scritto che non ho messo i canditi perché a noi non piacciono, ma alcuni li mettono, così come il cedro candito oppure le gocce di cioccolato, altri usano l'orzo piuttosto che il grano o il riso. Invece del limone si può usare l'arancio, oppure omettere la cannella o la vaniglia. Insomma, bisogna usare anche un po' di fantasia. Alcune famiglie aggiungono la crema pasticcera. 
Altra cosa, ma vale per tutta la cucina, bisogna usare prodotti di buona qualità. Meglio evitare fialette di aromi vari, vanillina e surrogati di cibi. Utilizziamo prodotti freschi e ne miglioreremo in salute.

Per prima cosa ho fatto bollire il grano nel latte con il burro e il limone. Nel frattempo ho preparato la frolla. Nella planetaria ho sabbiato la farina con il burro freddo, lo zucchero e la vaniglia con la frusta K, per chi ha il Kenwood. Ho aggiunto alla fine le uova e i tuorli, senza lavorare troppo l'impasto. L'ho riposto nella pellicola e messo in frigo a riposare. Quando il grano ha assorbito tutto il latte, l'ho messo in un contenitore e in frigo a raffreddare. 
Ho ripreso la frolla, ne ho tenuta un po' da parte e quella più grande l'ho stesa abbastanza sottile e con questa ho foderato uno stampo da 26-28 cm già imburrato e infarinato. Accendo il forno a 200°. Con la planetaria, sbatto le uova del ripieno con lo zucchero e la vaniglia, successivamente aggiungo la ricotta asciutta e setacciata e il grano freddo. Metto il ripieno nello stampo foderato, con la frolla messa da parte, faccio delle strisce e le pongo a robi sulla pastiera. Inforno a 180° per un'ora circa. Sfornare da fredda. Meglio prepararla un paio di giorni prima di mangiarla.
 
Le foto non sono il massimo, ma la pastiera è buona!
Ripeto che questa non è la ricetta originale, ma è molto buona. Ora vi saluto e vi faccio i miei migliori auguri di buona Pasqua.
 
Alla prossima pasticciata.  
 
 

lunedì 18 marzo 2013

37 anni d'amore

Torta per la famiglia questa domenica. I miei suoceri hanno festeggiato i primi 37 anni d'amore insieme. Attualmente non tutti riescono a restare con una persona così a lungo, ma ce l'hanno fatta nonostante le difficoltà che la vita ha riservato loro. 
Ho deciso di provare a fare un dolce nuovo, qualcosa di fresco, con la frutta. Ho scelto così una charlotte con frutti di bosco, targata Montersino.

Ricetta:
ganache al cioccolato bianco e lamponi
500 g di cioccolato bianco; 
500 g di purea di lamponi

Scaldare 1/3 di purea al microonde e poi aggiungervi il cioccolato bianco tagliuzzato. Aggiungere il resto della purea e far riposare in frigo.

Per il biscotto charlotte
270 g di albume; 
250 g di zucchero semolato; 
180 g di tuorlo; 
250  g di farina debole.

Montare gli albumi con lo zucchero finché non diventano una massa ben ferma. Unire a mano i tuorli e poi la farina, girando con una spatola dal basso verso l'alto. Mettere l'impasto in un sac à poche e formare sulla teglia con carta forno dei cilindri attaccati tra di loro. Spolverare con zucchero a velo e infornare a 220° per 10 min circa. Con questa dose vengono fuori 2 teglie 30x40 circa.

Per la bagna alla vaniglia
100 g di zucchero liquido al 70%; 
100 g di acqua; 
25 g liquore di vaniglia (io ho usato Maraschino)

Mescolare tutti gli ingredienti insieme (questo è facile)


Per la finitura
1 kg crema chantilly alla vaniglia; 
200 g di lamponi; 
400 g di biscotto charlotte.

Assembliamo il dolce: tagliare una  o due (a seconda della loro lunghezza) strisce di charlotte perpendicolari rispetto alle linee formatisi e alte un po' meno del cerchio che si usa. Posizionarle tutt'intorno all'interno del cerchio. Tagliare un di rotondi di charlotte per formare il fondo della torta e uno strato intermedio. Quindi, mettere il fondo e bagnarlo con la bagna, solo il fondo! Stratificare con la chantilly e la ganache, continuando per un paio di giri. Nell'ultimo strato, livellare la chantilly e poi fare dei ricci con la sac à poche. Guarnire con la frutta.



A me non è venuta molto bella perché avevo poco tempo, perciò ho decorato con i frutti di bosco e la ganache, ma vi assicuro che è molto buona.
Nei prossimi giorni metterò altre torte.

Alla prossima pasticciata!

venerdì 21 settembre 2012

I trattori sono solo verdi!

La passione di Romeo è proprio il trattore. Io li odio (scusa Romeo :D), sarà che vengo dalla città e ora che abito in campagna non riesco ad abituarmi alla loro lentezza e alla polvere che sollevano nei campi... per fortuna non siamo tutti uguali. Se devo dirla tutta, prima di sposarmi avevo visto pochissime macchine agricole, ma ora me le trovo avanti ovunque, quindi non è stato difficile fare ricerche per la mia torta: guarda caso, nel campo di tabacco dietro casa mia qualche giorno fa hanno deciso di raccogliere il tabacco e ne ho approfittato per fare qualche fotina.
Romeo è il compagno di Stella (mia compagna di corso pre-parto) e la sua metà ha pensato bene di fargli una dolce sorpresa per il compleanno. Ho avuto libera scelta su tutto, tranne che per il gusto della torta, assolutamente niente cioccolato, e sul colore del trattore che doveva essere soltanto verde, colore legato a 2 marchi leader del settore. 





 
Ho fatto un pan di spagna 30x40 (sono stata un po' larga) inzuppatto di bagna di pesca e maraschino e farcito con crema al latte. La torta è ricoperta di pdz "incollata" con crema al burro. Lo scheletro del trattore, invece, è realizzato con uno sponge a forma di plumcake, intagliato e ricoperto di pdz. Ho scelto lo sponge perché si ritaglia meglio del pan di spagna, che è troppo morbido e friabile. Sopra ho fatto qualche segno con un attrezzo rigato per imitare le buche che i trattori lasciano nel terreno.  
Sembra che la torta sia piaciuta moltissimo e che l'abbiano spazzolata velocemente.
La prossima volta vi racconto di un mio peccato di gola in gravidanza :P

Alla prossima pasticciata!

giovedì 30 agosto 2012

L'importante è il ricordo

"Come passa il tempo che non ripassa mai, và come una Seicento" cantavano i Dik Dik. Il tempo è un'entità astratta che percepiamo solo attraverso i segni della natura: lo scorrere del giorno e della notte, l'usura degli oggetti, il passare delle ore e la crescita dei bambini. Il mio Leo ha già 2 mesi e mezzo e mi sembra di averlo guardato negli occhi per la prima volta ieri. E' stato un periodo di alti e bassi (il piccolo è stato operato per una stenosi del Piloro a soli 20 giorni), ma ora sta benissimo e cresce in perfetta salute. Ci riconosce, sente i rumori, guarda la tv (non è colpa nostra, gli viene spontaneo), tiene su la testa, osserva tutto e fà dei grossi sorrisi a chiunque. Mi accorgo che sta crescendo dai progressi che fà ogni giorno, piccoli e grandi. Il mio ciccetto....

Sarà la stessa cosa che avrà fatto  la mamma di Filippo. E' un bambino che qualche giorno fà ha compiuto 2 anni e che ho visto crescere perché mio marito è amico del suo papà. La mamma Manuela mi ha ordinato una torta fresca e carina con del cioccolato. Quindi le ho fatto la ormai famosa Quadro d'autore di Montersino con qualche modifica: al posto della gelée ho inserito uno strato di glassa al cioccolato e, visto che la chantilly al limone (da ricetta originale) avrebbe dato al cioccolato un sapore strano, l'ho fatta all'arancio. Per la frutta ho dovuto scegliere quella di stagione che si sposasse bene con il cioccolato, quindi fragole e pesche. La scritta è in cioccolato per risaltare bene sulla chantilly. Pare che sia piaciuta parecchio...


 La foto mi è stata passata da Manuela perché io mi ero dimenticata di farla, però rende bene l'idea della composizione della torta.

Facendo questa torta, pensavo che tra un po' comincerò a fare torte per il mio cucciolo, anno dopo anno, sempre diverse e sempre con un numero diverso. Anche questo è un segno del tempo che passa e non torna. I ricordi, però, non potremo mai cancellarli ed è l'unica cosa che conta. Dobbiamo goderci il momento per avere un buon ricordo in futuro.

Alla prossima pasticciata.

sabato 30 giugno 2012

La ricetta meglio riuscita.

Quella di oggi è una ricetta speciale, che ha bisogno di 2 persone e alcuni ingredienti rari per essere eseguita. Ma devo dire che è la miglior ricetta che abbia mai provato.


Ingredienti:
 
tanto amore;
buona volontà;
una tazza di pazienza;
1/2 litro di tempo;
1 kg di passione;
1 uomo;
1 donna.

Ebbene, cari amici, il 19 giugno alle 11:10 è nato a sorpresa il mio piccolo Leonardo!




E' un ometto di 3,680 kg per 50 cm di lunghezza, molto vispo, occhioni azzurri, una montagna di capelli e molto somigliante al papà. Per ora è buonissimo, anche se abbiamo cominciato a combattere con le colichette, ma stiamo vincendo noi. Di notte dorme parecchio, tant'è che devo svegliarlo per farlo mangiare (speriamo che continui così).

Per un po' dovrò fermarmi con i miei dolcetti e ricette, ma è per una giusta causa. 
Alla prossima pasticciata.

                                    Anto.
 

 

giovedì 10 maggio 2012

Un po' di fortuna a tutti

Sapete perché si dice che le coccinelle portino fortuna? Sono tantissime le storie che lo spiegano, perché ogni Paese ha la sua credenza. Anzitutto bisogna dire che il nome della coccinella deriva dal greco Kokkinòs, termine usato per indicare il colore rosso scarlatto che nell'antichità era considerato un portafortuna sia in battaglia sia in ambito medico. La maggior parte delle storie collegano questo animaletto ad ambito religioso: venne associato alla Madonna, oppure alla divinità italica Licina (dea delle partorienti, della fertilità, della bellezza e dell'amore). In Francia, la coccinella porta via le negatività e le malattia. 
Tradizionalmente, in Italia si dice che bisogna contare i punti neri sul dorso e, se sono 7, arriverà molta fortuna. In Belgio il numero dei puntini equivalgono al numero dei figli che si avranno, mentre in Svizzera si dice che le coccinelle portino i bambini (!).
Perché vi ho parlato di tutto questo? Perché la mia ultima torta aveva come soggetto proprio la coccinella, anzi 2. La piccola Emily ha compiuto 6 anni e per il suo compleanno ha chiesto una torta col suo animaletto preferito. Ho dato un occhiata in giro e mi sono lasciata ispirare da una torta che riproduceva un piccolo giardino con una coccinella molto carina al centro.







La base è uno sponge al limoncello (so che era una torta per bambini, ma in cottura il liquore evapora e resta solo il profumo del limone che è molto intenso). La crema è una chantilly al limone molto fresca e la decorazione è in pdz. La torta è piaciuta moltissimo ai bimbi, tanto che la mamma di Emily ha dovuto dividere le coccinelle grandi e piccole tra 20 piccole pesti e quindi fare pezzi microscopici. Avrei proprio voluto vederli....


Per la festa in famiglia, ho fatto un'altra torta che era abbastanza semplice, quindi non ho fatto foto.


Alla prossima pasticciata.
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